I prestiti personali a protestati
Purtroppo in questo periodo difficile di instabilità economica nazionale, può capitare di avere qualche problema con i finanziamenti in corso. A causa degli alti tassi di interesse, può succedere che, per diversi motivi, si venga inseriti nella lista dei protestati, oppure si debba far fronte ad un pignoramento.
Molti anni fa, il merito creditizio veniva valutato in base allo studio e alla conoscenza diretta del richiedente. Oggi il sistema è diventato completamente automatizzato e, pertanto, valutare la situazione creditizia di un soggetto è semplice ed immediato. Con il codice fiscale del richiedente si ottengono dati, indici e fattori che si incrociano tra loro per il calcolo del merito creditizio.
Per chi subisce un protesto, ottenere un finanziamento può essere difficoltoso: sarà necessario attivarsi per fare in modo che l'Istituto di Credito possa valutare positivamente la propria affidabilità e possa accordare nuovamente il prestito. Oltre ad aver onorato tutti i debiti recenti, può essere utile prestare garanzie reali o personali aggiuntive e un reddito stabile e solido che dia maggiori sicurezze alla banca o alla finanziaria a cui ci si rivolge. Spesso in questi casi vengono proposti finanziamenti con un tasso alto e non conveniente.
Finanziamenti personali a protestati
Quando si chiede un finanziamento ad una Banca o ad una Società Finanziaria, il proprio nome viene controllato dalla Centrale Rischi Finanziari e dagli altri istituti di tutela del credito. E, in caso di valutazione negativa nelle banche dati, magari solo perché si ha semplicemente dimenticato una scadenza, è probabile che il prestito non venga concesso.
Dobbiamo considerare che è errato parlare di prestiti a protestati, poichè di fatto i prestiti per protestati non sono erogabili, poichè i protestati non sono finanziabili poichè considerati cattivi pagatori. A questo punto cosa si può fare? È molto difficile ottenere prestiti personali per protestati, e per questo è sempre consigliabile dichiarare eventuali posizioni irregolari a carattere creditizio alla Società presso la quale si richiede un finanziamento. Tenete sempre in considerazione che è loro interesse concedere credito (poichè il loro guadagno si basa sui finanziamenti erogati) per cui spesso saranno loro a consigliarvi la strada migliore per ottenere le somme necessarie.
Le soluzioni sono diverse e ci sono possibilità di ottenere un prestito personale o un'altra forma di finanziamento, nonostante si sia stato segnalato per insolvibilità o si abbiano altri finanziamenti in corso. Esistono infatti forme di prestito, come la cessione del quinto dello stipendio e la delegazione di pagamento, che in virtù delle loro caratteristiche specifiche risultano concesse con facilità anche a chi ha avuto in passato dei problemi finanziari.
Per prima cosa è bene chiarire un punto: i protestati e i cattivi pagatori non sono la stessa cosa. I primi sono quei soggetti che non hanno saldato le rate di un finanziamento anche dopo che la banca ha inviato loro più segnalazioni di mancato pagamento. Come conseguenza, queste persone vengono iscritte nel Registro Informatico dei Protesti della Camera di Commercio, dove rimangono per 5 anni. I cattivi pagatori, invece, sono colori i quali vengono segnalati in CRIF per semplici ritardi nei pagamenti.
Il vero e proprio prestito personale a protestati è un finanziamento che viene concesso a chi ha già subito un protesto. In questo caso la finanziaria chiede una garanzia per evitare che anche in questo caso il debitore non rimborsi il debito.
Cosa è il protesto?
Il protesto è un atto pubblico e serve a testimoniare il mancato pagamento da parte del debitore di un assegno o di una cambiale. La normativa di riferimento è contenuta nei R.D. n. 1669/1933 e n. 1736/1933. Il creditore che non ha ricevuto il pagamento di quanto dovuto può levare il protesto rivolgendosi a un notaio, a un ufficiale giudiziario o a un segretario comunale, nei casi previsti dalla legge.
L'effetto più rilevante del protesto è da rinvenire nella diminuzione dell'affidabilità creditizia del debitore. Il fatto che in passato il soggetto non abbia onorato il suo debito e la sua promessa di pagamento, aumenta automaticamente la rischiosità delle operazioni di finanziamento. La prudenza che caratterizza le banche e le società finanziarie nel concedere prestiti può rappresentare un ostacolo nell'ottenere nuovo credito. Il protesto è, infatti, la diretta conseguenza del mancato pagamento, entro i termini stabiliti, di una cambiale o di un assegno. Si tratta di un atto pubblico che dichiara in forma "solenne" che un assegno o una cambiale è stata presentata all'incasso ma non è stata onorata.
Il protestato è quindi quel soggetto che emette titoli di credito (assegni bancari, vaglia cambiari, tratte o cambiali) che non vengono poi coperti nel momento della loro scadenza. In quel momento la banca o l'azienda creditrice possono avviare le pratiche per la pubblicazione del mancato pagamento del debito, dichiarando il soggetto protestato.
Chi abbia subito un protesto perché non è riuscito a onorare un assegno o una cambiale alla sua data di scadenza (bastano pochi giorni di ritardo) oppure è stato registrato come cattivo pagatore perché ha avuto un leggero ritardo nel pagamento di una rata di un finanziamento, si ritrova nella situazione per cui il ricorso al credito può rivelarsi molto difficoltoso: le banche lo bollano come soggetto finanziariamente inaffidabile.
Cosa accade se si emette un assegno senza avere i soldi in banca?
Emettere assegni senza avere i fondi necessari per coprirli, fa si che chi ha emesso l’assegno sia protestato e segnalato a tutti gli operatori economici attraverso un sistema informatico.
I nominativi di chi ha subito un protesto vengono inseriti a cura delle Camere di Commercio nel Registro Informatico dei Protesti consultabile liberamente dal pubblico.
Queste informazioni rendono pressoché impossibile l'accesso al credito, con l'unica eccezione dei prestiti con trattenuta in busta paga, come la cessione del quinto.
Come cancellarsi dal registro informatico dei protesti
Abbiamo detto che quando un utente, in qualità di debitore, viene meno al patto o al contratto stipulato con il suo creditore, esso può venire incontro alla registrazione come protestato.
Il debitore, infatti, è un soggetto che ha dei titoli da riconoscere nonché dei pagamenti da effettuare verso specifici soggetti, che possono essere di vario genere: una società di forniture gas, elettricità, acqua, un’agenzia di mediazione creditizia o un istituto di credito, una banca o un ente finanziario, un esercente commerciale o un normale privato, e così via. Il protestato, quindi, diventa tale quando non paga le bollette, le rate di rimborso di un acquisto o di un prestito, se lascia scoperto un assegno o non riconosce una cambiale e così via.
Prima che venga naturalmente iscritto presso l’albo dei protestati, ovviamente, c’è una procedura atta a convincere il debitore a pagare.
Innanzitutto, una volta accertato il mancato pagamento, il creditore invia un sollecito. Lo si può fare per iscritto tramite lettera, tramite una telefonata o addirittura tramite sms. Dipende dai casi. Se il debitore risponde negativamente anche dopo tale richiamo, il creditore allora si rivolge ad una apposita autorità, che viene denominata ufficiale levatore e che viene svolta da varie figure pubbliche quali autorità giudiziarie, segretari comunali, notai. Tale figura, tramite un presentatore, notifica di persona a casa del debitore insolvente, il suo stato finanziario e lo invita a pagare. Se ciò non avviene, allora il levatore iscrive la persona soggetta al protesto in un registro che a ogni inizio mese viene inviato presso il Presidente del Tribunale competente e presso il Presidente della Camera di commercio.
Quest’ultimo ufficio, entro dieci giorni dalla notifica, pubblica il nome del protestato presso un apposito Registro informatico dei protestati istituito con il decreto legge 316 del 2000. Qui, ove i soggetti competenti possono accedere mediante autenticazione sul web, si trovano informazioni circa l’anagrafica del soggetto protestato e informazioni circa gli strumenti finanziari non coperti: rate, tratte, cambiali, vaglia, assegni, bollettini e così via, con lo scopo che le società che offrono servizi finanziari e creditizi di varia natura nonché di altro genere, si guardino bene dal farlo a tali soggetti.
Da questo registro però, l’utente designato può chiederne cancellazione prima dei cinque anni previsti dalla legge, ma solo nel caso in cui i titoli vengono saldati, compresi gli interessi di mora ed eventuali altre spese, e che da tale operazione sia passato almeno un anno. Infatti, anche se pignorato dai suoi beni, il protestato rimane comunque nella lista nera se comunque non paga.
Se paga prima che ciò avvenga, avviene però la cancellazione suddetta. Ma previa specifica richiesta.
Quest’ultimo atto documentale di riabilitazione, deve essere presentato al Presidente del Tribunale. In caso di accettazione e quindi esito positivo, il Tribunale emana uno specifico decreto (se non lo fa si può ricorrere in appello) che il cliente deve poi presentare al presidente della Camera di commercio per vedersi quindi cancellato. Se ciò non avviene l’utente debitore deve ricorrere al giudice di pace per far valere i propri diritti.
Ma se l’istanza di cancellazione viene approvata, l’utente si vede immediatamente cancellato dal registro, senza lasciare nessuna traccia: chi viene cancellato, infatti, è come se in quel registro non fosse mai stato iscritto.
Quindi, riassumendo, se il debito viene pagato entro un anno dalla data di elevazione del protesto allora il debitore può avanzare una richiesta di riabilitazione al Presidente del Tribunale. Ottenuto il Decreto di Riabilitazione questo deve essere consegnato alla Camera di Commercio al fine di ottenere la cancellazione dal Registro Informatico dei Protesti. Se invece il debito non viene onorato oppure viene pagato oltre l'anno allora l'iscrizione al registro rimane per cinque anni dalla data del protesto.
Trascorsi i cinque anni la registrazione viene cancellata automaticamente senza spese.
Prestiti a protestati: attenzione ai rischi di truffa
Diffidate sempre di che offre finanziamenti a protestati nel caso di autonomi e che richieda spese di istruttoria anticipate. Spesso dietro tali promesse si maschera una vera e propria truffa legalizzata che consiste nel farsi pagare spese di consulenza non rimborsabili a fronte ti promesse verbali di erogazione del finanziamento. Tali spese vengono inserite all'interno di un contratto di consulenza che NON garantisce l'erogazione, per cui moltissime persone convinte verbalmente hanno accettato tali condizioni.
Prestiti personali per protestati: meglio rivolgersi alle Banche
Se si è stati segnalati per dei ritardi di pagamento, sicuramente la strategia migliore per ottenere un prestito è evitare di rivolgersi alle società finanziarie che, contrariamente a quanto si pensa, sono più rigide delle banche. Loro non ci "conoscono", non hanno mai avuto un rapporto con noi e non sanno qual è stata la nostra "condotta" in passato. Per una società finanziaria, anche solo una rata di ritardo comporta un automatico rifiuto della richiesta.
Prestiti a protestati autonomi
Considerato che non si può procedere alla cancellazione dei dati presenti nel sistema di informazione creditizio (CRIF), per ottenere un prestito come cattivo pagatore di lievissima entità, vale a dire una o due rate di ritardo, poi regolarizzate, conviene presentarsi presso l’istituto di credito con il quale c’è un rapporto attivo da tempo e trovare un accordo. Potete richiedere la canalizzazione del vostro stipendio, se siete lavoratori dipendenti, oppure il flusso finanziario dei vostri incassi se siete liberi professionisti. Il direttore dell’istituto che conosce la vostra situazione e la vostra posizione, con un po' di elasticità ed autonomia gestionale, potrebbe fare in modo di agevolare e snellire la richiesta di accesso al credito.
Senza cessione del quinto
Prestiti personali a protestati senza cessione del quinto
Non sono molti i prestiti a protestati senza cessione del quinto, ma alcune banche e società finanziare hanno da tempo adottato varie soluzioni per concedere prestiti personali a protestati, anche senza cessione del quinto o in assenza di busta paga. Un toccasana fondamentale per tanti soggetti che essendosi trovati in difficoltà economica, magari soltanto momentanea, si sono macchiati del mancato pagamento di assegni, sia bancari che postali, cambiali accettate e vaglia cambiari, finendo per cinque lunghi anni nel registro informatico dei protesti e vedendosi, di conseguenza, negare l'accesso ad altri eventuali finanziamenti per far fronte alle spese più urgenti.
I protestati che vogliono chiedere un prestito senza prendere in considerazione la cessione dello stipendio, possono per esempio dare in garanzia il proprio TFR. Questa misura è ovviamente percorribile dai soli lavoratori dipendenti e dai pensionati, mentre non è praticabile dai lavoratori autonomi che, com’è noto, non dispongono del trattamento di fine rapporto.
Alcuni istituti di credito, qualora dopo aver analizzato la posizione del debitore e valutato la sua capacità di reddito ritengono che chi ha fatto richiesta di finanziamento sia meritorio di fiducia, possono decidere di concedere un prestito personale. Ovviamente per accedere ad un prestito, anche se si risulta protestati, sono necessari un'assunzione a tempo indeterminato e una minima anzianità lavorativa. Proprio perché garantiti dalla busta paga e dall'assunzione a tempo indeterminato i tassi applicati, la rata e tutte le condizioni del prestito saranno sostenibili e resteranno invariati per tutta la durata del prestito.
A differenza di altre alternative, i prestiti personali richiedono minori adempimenti burocratici e garantiscono a chi li ottiene maggiore libertà di azione. Importo e durata del finanziamento possono essere stabiliti dalle parti in maniera piuttosto flessibile e il finanziamento viene concesso in tempi brevi.
Ovviamente, se chi ha fatto richiesta di un prestito personale risulta protestato, l'istituto di credito esigerà la presentazione di idonee garanzie aggiuntive. Non basterà portare con sé i propri documenti di identità, la busta paga e il modello CUD, ma sarà necessario presentare in aggiunta una garanzia reale (pegno o ipoteca) o personale (come una fideiussione di un terzo coobligato) che riduca la rischiosità dell'operazione di finanziamento.
E’ possibile infatti che banche o altri istituti di credito, per concedere un prestito personale ad un protestato, possano accettare in garanzia un'eventuale pensione (di vecchiaia, anzianità o di reversibilità), la già citata fidejussione personale di un altro garante, oppure l'ipoteca immobiliare di una casa o di un altro immobile di proprietà.
Con cessione del quinto
Anche i protestati, in determinate particolari occasioni, possono ottenere prestiti, tuttavia l'unica formula ad oggi percorribile in maniera lineare è il prestito sotto forma di cessione del quinto dello stipendio, valida per i lavoratori dipendenti e per i pensionati.
In base alla legge 180/50 (in particolare agli artt. 68-69) anche in presenza di pignoramenti è possibile ottenere un prestito tramite cessione del quinto.
Le cessioni e la delegazione di pagamento rappresentano forme di finanziamento a basso rischio per l'intermediario finanziario, che sarà quindi più propenso a concedere credito anche se chi ne fa richiesta abbia subito un protesto. Il fatto che la rata mensile di rimborso venga trattenuta e versata alla fonte dal datore di lavoro del debitore rende queste modalità di finanziamento più sicure e accessibili anche a chi ha una macchia nel proprio profilo creditizio. Poco importa se si è trattato di una difficoltà momentanea o magari di una semplice dimenticanza.
In questi casi la cessione (oppure la delegazione di pagamento) è una soluzione che offre la possibilità di ottenere credito anche per cifre rilevanti anche se si è stato protestato. I prestiti per protestati con cessione del quinto offrono infatti, in caso di disguidi finanziari, un semplice ma geniale meccanismo di garanzia grazie al fatto che la rata viene pagata direttamente dal datore di lavoro. Quest'ultimo si assume l'impegno, sempre e comunque, a pagare la rata finché c'è uno stipendio su cui addebitarla, e in caso di licenziamento ci pensa l'assicurazione a garantire il prestito verso l'istituto erogante (che ha comunque la surroga e quindi il diritto di rivalsa).
Viene quindi meno la necessità di prendere informazioni sulla affidabilità finanziaria (la banca verifica solo che non ci si trovi in situazione di sovraindebitamento), ma viene valutata solo quella relativa alla "solidità" del posto di lavoro. E' per questo che, al di là degli indubbi vantaggi che offre, la cessione del quinto è anche frequentemente l'unica semplice possibilità di finanziamento a lavoratori o pensionati che siano stati protestati o pignorati.
Con la cessione del quinto il pagamento delle rate è effettuato dal datore di lavoro, che trattiene l'importo direttamente dallo stipendio del debitore.
Quindi il lavoratore non può decidere di non pagare le rate, perchè la somma è decurtata in automatico dalla busta paga. Affinchè il meccanismo funzioni, è necessario che ci sia uno stipendio. Per questo motivo la cessione del quinto può essere effettuata solo da lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato con enti pubblici oppure con grandi aziende.
La cessione del quinto dello stipendio consente di ottenere importi anche elevati soprattutto se affiancata dal prestito delega (il doppio quinto) anche nel caso di protestati o cattivi pagatori. E' sufficiente l'ultima busta paga ed il modello CUD (o per i pensionati il modello O bis M) per ottenere un preventivo. Successivamente verrà richiesto anche l'attestato di servizio o certificati di stipendio nel caso di dipendenti, oppure la quota cedibile per autonomi.
Altre soluzioni di finanziamento
Nel caso di autonomi, liberi professionisti, l'unica possibilità di riottenere un prestito personale se si è protestati è procedere preventivamente con la cancellazione del protesto presso le banche dati e solo successivamente richiedere un finanziamento.
Prestiti delega
Il protestato che lavora da dipendente può utilizzare il cosiddetto prestito delega, attraverso cui può chiedere al proprio datore di lavoro di rimborsare il prestito richiesto mediante la cessione di una percentuale del suo stipendio netto, fino a un massimo del 50%. Il prestito delega (o delegazione di pagamento) è un altro finanziamento personale garantito, non indirizzato all'acquisto di un preciso bene o servizio.
Il prestito delega viene erogato con un tasso di interesse fisso, rimborsabile tramite rate mensili con trattenuta diretta sulla busta paga. Calcolato sulla base dello stipendio netto del dipendente, infatti, l'importo massimo di ogni quota non può superare un quinto del salario mensile.
L'agevolazione sta nel fatto che, affiancato alla presenza di altri prestiti personali come la cessione del quinto, il finanziamento può arrivare ai 2/5 o addirittura a metà dello stipendio in busta paga. Il prestito delega viene proposto esclusivamente ai lavoratori dipendenti (statali, pubblici o privati) con un contratto a tempo indeterminato, infatti la sua struttura è tale da poter essere abbinata contemporaneamente al prestito con cessione del quinto o altri finanziamenti già in corso, col vantaggio di raggiungere un importo complessivo più alto rispetto ad altri prestiti. A coloro che rientrano in questa categoria è richiesto un minimo di anzianità lavorativa di almeno 6 mesi; mentre, a differenza della cessione del quinto, esso non è concesso ai pensionati.
Prestiti cambializzati
Il prestito cambializzato è un'ulteriore alternativa percorribile per i protestati che intendono ottenere un nuovo finanziamento. Si tratta di una forma di prestito riservata ai lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato che si distingue da altre forme di finanziamento in quanto il rimborso avviene attraverso il pagamento di cambiali. I prestiti cambializzati a protestati vanno restituiti, sia nel breve che nel lungo periodo, con la sottoscrizioni di cambiali (massimo 120) dai tassi d’interessi fissi e dagli importi costanti.
La cambiale è un titolo esecutivo, perciò, in caso di mancato pagamento l'istituto di credito può levare un nuovo protesto e richiedere il pignoramento dei beni del debitore e rivalersi così su quest'ultimo.
Per approfondire puoi leggere la nostra guida ai prestiti con cambiali.
Prestiti personali a protestati: qualche esempio
Prestito IBL Rata Bassotta
Oggi ottenere un finanziamento è difficile per tutti, anche per chi non ha mai avuto problemi, ma ottenere un prestito essendo protestato è ancora più complicato.
Tra le diverse possibilità abbiamo scelto di analizzare il finanziamento di IBL Banca. Si tratta di Rata Bassotta, il prestito attraverso la cessione del quinto che consente l’erogazione di fino a 60mila euro da rimborsare in rate mensili.
Tra i principali vantaggi del prestito si menzionano la completa personalizzazione del finanziamento, scegliendo il cliente la rata e la durata, e la velocità di erogazione delle somme richieste. Per il rimborso sono previste delle trattenute sulla busta paga che vengono gestite direttamente dall'ente pensionistico o dal datore di lavoro.
Il prestito prevede un tasso d'interesse fisso e conveniente, con una rata costante e scelta in base alle proprie esigenze e una durata fino a 120 mesi. La rata di rimborso non può però superare un quinto della pensione o dello stipendio mensili netti.
Importo richiesto | € 17.000 |
Durata | 120 mesi |
Rata mensile | € 199 |
TAN | 5,40% |
TAEG | 7,43% |
Importo totale dovuto | € 23.880 |
Fonte dei dati: iblbanca.it
Altre fonti:
- Cosa è il protesto (wikipedia.it)
- Cosa è una cambiale (yahoo.com)
Importante: Il presente materiale ha natura pubblicitaria e viene diffuso con finalità promozionali. Per qualsiasi ulteriore informazione richiedere sul sito internet ufficiale della Banca o della Società Finanziaria proponente, in filiale o in una agenzia autorizzata il modulo SECCI, detto anche IEBCC (Informazioni Europee di base sul credito ai Consumatori), Informativa Precontrattuale o Documento Conforme e copia del contratto di finanziamento.